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I bambini devono essere educati al sonno?

Per dormire bene, i bambini hanno bisogno di sentirsi sicuri e protetti. Il contatto fisico con i genitori li aiuta a calmarsi e a rilassarsi.

Per gli adulti, il sonno è considerato salutare, soprattutto se si riesce a dormire tutta la notte. E questo è ciò che desideriamo anche per i figli, ovvero che non abbiano necessità di alzarsi di notte e venirci a svegliare. Durante l'età della pietra, le persone stavano più spesso sveglie di notte, ad esempio per cacciare. Durante il giorno, invece, avevano dei momenti di riposo, in cui dormivano, per recuperare le forze.

Anche se ora viviamo nel 21° secolo, il nostro organismo funziona ancora come allora. Il sistema nervoso autonomo distingue solo tra tensione e rilassamento, ansia e sicurezza, stress e rigenerazione, e richiede un equilibrio tra i due. Ma le persone oggi tendono a correre da un appuntamento all'altro, spesso senza fare nemmeno una breve pausa. Questo a volte può causare delle interruzioni del nostro sonno notturno a causa della presenza di troppi ormoni dello stress nel sangue. Questo vale anche per i bambini. 

Il contatto fisico favorisce il senso di sicurezza

Ritrovarsi intorno al fuoco durante la notte conferiva ai nostri primi antenati un senso di sicurezza. Oggi, i bebè sperimentano la stessa sensazione di sicurezza quando sono vicini al seno della madre, che non solo fornisce nutrimento attraverso il latte materno, ma contribuisce anche a creare un legame profondo, grazie anche all'ossitocina. Dopo lo svezzamento, i bambini continuano cercare sicurezza attraverso il contatto corporeo con i genitori nel loro letto - sostiene il dottor Renz-Polster. Autore di un libro su bambini e sonno, si oppone espressamente a quelle pratiche che consigliano di lasciare i bambini piangere da soli, soì da poter dormire, oppure farli addormetare da soli nella loro stanza. "Se un bambino piange da solo per 15 minuti, è facile che poi si addromenti ma per sfinimento, quindi non impara a dormire, ma semplicemente a riposare", spiega.

"Quello che il bambino riceve da questa esperienza è la sensazione di 'non posso lottare, non posso scappare'", aggiunge il medico. "Il bambino si arrende". Rimane quindi un senso di insicurezza e la sensazione che "I miei segnali non contano, anche se sono nel bisogno". Spesso in questi casi, il bambino non dorme molto bene e tende a svegliarsi urlando e piangendo.

"Gli esseri umani hanno bisogno di un senso di sicurezza per dormire", afferma Renz-Polster. Possiamo rilassarci solo se ci sentiamo sicuri. "E solo quando siamo rilassati possiamo dormire". Questo è il motivo per cui i bambini piccoli hanno particolarmente bisogno di vicinanza quando sono stanchi. "Solo quando hanno fatto l'esperienza ripetuta che non vengono abbandonati possono formare un proprio senso di sicurezza" - insieme alla certezza che "qui, ho una buona casa dove posso dormire, qui posso rilassarmi". I genitori non possono forzare la creazione di questo senso di sicurezza nel loro bambino, ma solo accompagnarlo - standogli vicino e fornendo conforto quando necessario.

Non lasciare che il bambino si addormenti piangendo

Le basi di un buon sonno si gettano durante il giorno. Questo include stabilire dei limiti ragionevoli come, ad esempio, quanto tempo dedicare alle diverse attività più dinamiche e inserire dei momenti più tranquilli come, per esempio, coccolarsi reciprocamente. È importante che il tempo trascorso insieme sia libero da qualsiasi sensazione di fondo e che i genitori non siano infastiditi in previsione di un'altra notte difficile. "Quando la questione del sonno influenza negativamente la relazione, il bambino si sente insicuro, il che può portare a un apparente disturbo del sonno o anche a un disturbo comportamentale nel bambino", dice Renz-Polster. Egli incoraggia quindi i genitori a coltivare un rapporto con i loro figli che non sia caratterizzato da lotta, controllo e forzature, ma piuttosto dalla comprensione e dal piacere nel vedere il proprio bambino crescere.